Lo scrivente COORDINAMENTO REGIONALE COLLEGI I.P.A.S.V.I. SICILIA, con il presente documento, intende esprimere il più profondo rincrescimento e rammarico rispetto alle ultime dichiarazioni rese dall'Assessore Vittorio Sgarbi, il quale nel contesto di una più che esplicita offensiva scagliata avverso l'On. Luigi Di Maio, si è espresso in questi termini: “Di Maio al massimo può fare l'infermiere”.
Questa, infelice ed oltraggiosa, esternazione nasce dall'ignoranza e dalla profonda ingratitudine del Sig. Vittorio Sgarbi verso una categoria che non molto tempo fa ha avuto modo di assisterlo nelle fasi delicate che lo stesso ha dovuto attraversare.
In quella occasione ha sicuramente constatato – e lo ha finanche sottolineato – quanta cura e sollecitudine, prima che preparazione professionale contraddistingua una categoria che, tuttavia, oggi si trova avviluppata in una perversa spirale di disconoscimento professionale.
Il clima è assolutamente ostile e questo si riverbera purtroppo nelle parole di chi ignora del tutto alcuni passaggi che, una volta ancora, siamo costretti a ribadire. Oggi, diventare infermieri non è soltanto il risultato di una vocazione alla cura ed all'assistenza ma anche di un elaboratissimo, e complicatissimo, iter di formazione professionale, universitario e post-universitario: dobbiamo ricordare al Sig. Sgarbi che, nell'ambito della categoria infermieristica, è ormai del tutto improbabile rinvenire qualche caso di dottore in scienze infermieristiche che non abbia conseguito master e/o corsi di perfezionamento post lauream.
Questa è la realtà ed è fatta di decine di migliaia di professionisti che, giorno per giorno, offrono a tutti competenza, professionalità, cura, assistenza e sollecitudine, rendendo veramente concreto il diritto di tutti alla salute.
Per questa ragione è davvero intollerabile che tale categoria sia assunta a metafora, più o meno esplicita, di impreparazione e inconsistenza professionale.
Né si può tollerare l'indifferenza in ragione di una presunta attitudine del Sig. Vittorio Sgarbi a valicare i toni del confronto sereno per approdare ai toni della veemenza e della chiara ostilità. Non possiamo, come categoria, accettare che questa nuova vulnerazione sia fatta passare sotto silenzio: per questo chiediamo che la Signoria Vostra prenda pubblicamente le distanze dalle esternazioni di cui abbiamo detto e contestualmente dia atto della centralità del ruolo dell'infermiere nel nostro sistema sanitario.
Tanto dovevamo.
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